Questo post non sostituisce in nessun modo e per nessun motivo, una consulenza medica o psicoterapeutica. Serve solo a fare un po’ di chiarezza sulle normali oscillazioni dell’umore nell’arco della vita di una persona. Se avete anche il minimo sospetto di avere un disturbo, rivolgetevi sempre a uno psicoterapeuta (sia psicologi che psichiatri possono esserlo, con le dovute specializzazioni) e siate sempre sinceri. La consulenza non è impegnativa, andare una volta, non significa impegnarsi per sempre con una persona, specie se “a pelle” non ci troviamo bene, ma può aiutare molto a chiarirsi le idee.
Non è mai una buona idea documentarsi su internet quando si tratta di questioni mediche. Molti colleghi o centri specializzati si occupano di divulgazione delle conoscenze di questo tipo e svolgono un ottimo servizio, perchè da una parte aiutano a far sentire le persone meno sole e dall’altra le possono motivare a chiedere aiuto, magari avendo come punto di partenza quello di “togliersi il dubbio”. Il rischio che si corre quando la propria conoscenza si ferma al sito, è quello di farsi la diagnosi da soli, di preoccuparsi molto e di rimuginare a lungo sul proprio problema, alle volte addirittura di identificarsi con una diagnosi, anche se non corrisponde al vero. Nella mia pratica professionale molte persone sono arrivate al primo colloquio convinte di essere autistiche o borderline o bipolari.
Non ho mai confermato nessuna di queste diagnosi.
Il motivo è che disturbi di questo tipo sono gravi e non così tanto comuni, ma che ci si possa riconoscere in qualche descrizione. Si stima che ci siano due persone con disturbo bipolare ogni 100.
Nella nostra vita quotidiana ci emozioniamo sempre, in modo più o meno evidente, perchè l’emozione è lo sfondo su cui proiettiamo le nostre esperienze. Posso provare una forte emozione di paura per un tempo abbastanza breve se qualcuno alla guida non rispetta uno stop e si ferma a pochi centimetri dalla mia auto, in quel caso l’emozione è forte ed evidente. Oppure posso essere interessato, incuriosito, leggermente preoccupato, a seconda dei pensieri che attraversano la mia mente: posso essere molto concentrato mentre scelgo il balsamo per i capelli al supermercato oppure posso guidare distrattamente mentre penso con affetto e nostalgia a qualcuno, perchè una canzone alla radio mi ha ricordato l’estate scorsa.
In questo articolo ho spiegato cosa siano l’esperienza immediata e la coscienza o consapevolezza.
Le alterazioni quotidiane dell’umore sono legate all’effetto che gli eventi esterni o i nostri pensieri hanno su di noi e di questo effetto possiamo essere più o meno consapevoli.
Può capitare di uscire dall’ufficio e sentirsi giù di morale senza saperne il motivo. Quello che può succedere dopo è di giudicare negativamente questa emozione e definirsi lunatici oppure di preoccuparsi di questa emozione, darvi molta rilevanza e costruirci sopra la preoccupazione ulteriore di essere bipolare. Spesso nel mio lavoro, ricostruendo la giornata si scopre che l’evento scatenante la tristezza è piccolo, non ci si è dato peso, oppure è mentale e non ci si è dato peso, perchè si ritiene che un pensiero non abbia la stessa importanza di qualcosa che succede effettivamente all’esterno (come il litigio con un collega). Una volta trovato l’evento scatenante bisogna capire in che modo un evento piccolo “si incastra” con la nostra immediatezza, ovvero con il modo abituale che abbiamo di sentirci noi stessi e di stare nel mondo. Se io vivo immerso, per così dire, nel mio modo di sentirmi inadeguato, a scatenare un senso di me come di inadeguato o fuori posto, può bastare molto poco, per esempio il fatto che ho guardato il cellulare mentre ero al lavoro e non ho ricevuto alcun like sulla mia foto di Instagram, o magari non ho ricevuto il like della persona a cui desideravo piacere.
In questo caso il focus non è l’umore in sé, ma l’effetto che gli eventi hanno su di me, che a loro volta dipendono da come sono fatto. Questo vale anche nei casi in cui il disturbo bipolare ci sia effettivamente, sia chiaro, ma ciò che conta è sapere che alcune alterazioni dell’umore fanno parte del nostro modo fare esperienza del mondo, senza che necessariamente ci sia una patologia o che ci definiamo lunatici.
Quando è il caso di contattare un terapeuta?
Non ho una risposta che valga per tutti. Ho solo un po’ di esperienza in più.
Molte persone, dopo averci pensato per molti anni, lo scelgono quando fanno qualcosa che percepiscono come molto diverso dai propri valori o da quello che ritengono essere razionale. Altre lo scelgono quando si trovano a un bivio e non sanno cosa scegliere. Altre lo fanno quando si rendono conto di aver sempre avuto una caratteristica come l’ansia o l’eccessiva precisione, o la disistima per se stessi, o la rabbia, o, per restare in tema, gli sbalzi di umore, che ad un certo punto, per qualche motivo, diventano un vero e proprio impedimento nella vita di tutti i giorni. Altre ancora lo scelgono quando hanno un dispiacere nella vita rispetto al quale non riescono ad andare oltre. Altri ancora ci arrivano inviati da un familiare o dal partner e alle volte funziona, alle volte no.
Potrei andare avanti all’infinito.
Il succo di questa faccenda è: se avete il minimo dubbio e questo dubbio vi impedisce di stare tranquilli, toglietevelo chiedendo il parere di un esperto, magari informandovi dal vostro medico di base su chi o quale struttura sia migliore per farlo, ma non tralasciatelo e soprattutto, per quanto possiate essere autocritici e bravi nel reperire informazioni su internet, non fermatevi al fai da te.
Buone altalene emotive a tutti! 🙂